Il giudice
é uno sbirro.
Il giudice é
mio amico.
Il giudice
é onesto, rigido e severo,
ma quando
chiude gli occhi sogna,
sogna un
mondo a cui aspira, un’altra vita.
Il giudice
ha occhi di vetro, una corazza di ferro
e un cuore
d’agnello. É un buon gustaio, un bevitore accanito.
Beve vino, fuma
troppo. Gli piace viaggiare, ama baciare.
Il giudice
é come un bambino, devi stargli vicino,
devi dargli
la mano, ha bisogno di cure, non lasciarlo mai solo.
Raramente
piange e quando piange mi spezza il cuore,
come se la
terra in un attimo si spaccasse in due,
con gli
occhi rossi si trattiene.
É il mio
specchio, il mio riflesso,
una luce in
un vicolo buio,
come la
luna piena in una pineta oscura.
Il giudice
scrive, cancella e incolla,
sempre alla
ricerca di capire, non si ferma mai,
insegna
latino, oltrettutto si sente davvero latino,
d’altronde il
giudice é un vero latin lover.
Il giudice con
gli stivali é un uomo dal cuore d’oro,
amico
fedele per la vita, compagno di avventure,
non ne ha
mai abbastanza, insaziabile,
l’ho già
detto, lo ripeto, é come un treno che
senza freni
corre corre corre, non si ferma mai mai mai.
Il giudice
crede in un mondo migliore,
gli spetta,
é un suo diritto e per questo vive,
combatte
ogni giorno una battaglia senza tregua,
il giudice
ha i suoi principi, il giudice crede.
Il giudice
é una forza, chiede, si chiede, interroga, si interroga.
E quando arriva la sera finalmente chiude la porta e
viaggia.
Va lontano, gli piace andare lontano; é sempre bello
rivederlo arrivare.
Il giudice é mio amico e il mio bambino.
Dammi la mano, non ti lascio solo.