venerdì 27 aprile 2012

Il giudice


Il giudice é uno sbirro.
Il giudice é mio amico.

Il giudice é onesto, rigido e severo,
ma quando chiude gli occhi sogna,
sogna un mondo a cui aspira, un’altra vita.

Il giudice ha occhi di vetro, una corazza di ferro
e un cuore d’agnello. É un buon gustaio, un bevitore accanito.
Beve vino, fuma troppo. Gli piace viaggiare, ama baciare.

Il giudice é come un bambino, devi stargli vicino,
devi dargli la mano, ha bisogno di cure, non lasciarlo mai solo.

Raramente piange e quando piange mi spezza il cuore,
come se la terra in un attimo si spaccasse in due,
con gli occhi rossi si trattiene.

É il mio specchio, il mio riflesso,
una luce in un vicolo buio,
come la luna piena in una pineta oscura.

Il giudice scrive, cancella e incolla,
sempre alla ricerca di capire, non si ferma mai,
insegna latino, oltrettutto si sente davvero latino,
d’altronde il giudice é un vero latin lover.

Il giudice con gli stivali é un uomo dal cuore d’oro,
amico fedele per la vita, compagno di avventure,
non ne ha mai abbastanza, insaziabile,
l’ho già detto, lo ripeto, é come un treno che
senza freni corre corre corre, non si ferma mai mai mai.

Il giudice crede in un mondo migliore,
gli spetta, é un suo diritto e per questo vive,
combatte ogni giorno una battaglia senza tregua,
il giudice ha i suoi principi, il giudice crede.

Il giudice é una forza, chiede, si chiede, interroga, si interroga.
E quando arriva la sera finalmente chiude la porta e viaggia.
Va lontano, gli piace andare lontano; é sempre bello rivederlo arrivare.

Il giudice é mio amico e il mio bambino.
Dammi la mano, non ti lascio solo.




Credo


Credo in una vita migliore,
in un mondo di rose e di viole,
in un cielo stellato, mare in tempesta.

Credo in un mondo migliore,
fratelli e sorelle, uomini e bestie
in armonia, perfetta sintonia.

Credo in un Dio, osserva e ride,
pura semplice follia, folle epidemia,
da contagio isteria, senza tregua, senza via d’uscita,
la morte ci spetta, al traguardo ci aspetta.

Credo in un amore per la vita,
pronto a buttarmi dal pendio,
senza paura di morire,
ogni minuto pronto a morire.

Credo, occhi pronti aperti ti guardo ti cerco,
un abbraccio forte, un treno in partenza,
un aereo al decollo, non partire.

Credo in una vita eterna oggi e anche per domani.
Credo in un amore eterno oggi e per sempre.
Credo e non sono solo. Mai. Credo.

Un giorno


Un giorno nel mondo, strade ancora vuote,
il sole che piano con calma sorge.

Poca gente per la strada,
aria fresca, luce cristallina, poco traffico,
gente che va al lavoro inconsapevole.

Scarpe, capelli, occhi, corpi,
giornali aperti in una metro,
scale mobili in continuo movimento.

La città si riempie di biciclette, auto e clacson,
ti guardo sul letto dormi ancora.
Silenzio, noi due sul letto soli.

Un nuovo giorno e noi soli in armonia,
chiudi la porta e lascia il mondo volare via.

domenica 22 aprile 2012

Colonna dorica


Colpi di martello su una colonna dorica accanto,
la nostra colonna dorica che ferma rimane,
di pietra, di marmo, solida e resistente,
dopo anni e tante radici immobile cresce e si evolve.

In una pineta di colonne doriche
la nostra colonna dorica schietta rimane,
elegante, brutale, monolitica e pura,
non ci spaventano gli anni a venire.

In un mondo ricolmo di colonne doriche
che crollano, ricostruite ricrollano, mondi e vite dilaniati,
la nostra colonna dorica impassibile e forte
da fondamenta profonde e possenti,
come un faro da’ luce sincera rimane.

Il nostro amore da colonna dorica,
semplice, spartano, onesto, virile,
passano gli anni fermo rimane
per una vita per tutta la vita…
nel bene e nel male.

Inside the Darkness


Scendi una scala, gradini stretti, poca luce e aria che sa di fumo.
Ombre si muovono tra vicoli buii, piedi pesanti, passi da uomo,
sguardi brevi e intensi che cercano un piacere semplice, diretto, onesto.

Sigaretta tra le mani, odore di cuoio, mi fermo e lo guardo,
senza una parola, con un solo cenno mi avvicino, lo tocco, mi tocca.

Un breve piacere, il piacere di un momento,
che solo un uomo può dare ad un altro uomo senza un perché,
in un angolo per un momento appartato divorato
divorando un desiderio primitivo senza vergogna o sensi di colpa, semplicemente puro e rozzo, primordiale e sincero,
semplicemente viscerale e virile, muto, senza motivo.

E quando il piacere compiuto, é stato consumato e bevuto
tra i pori della pelle sudata, un sorriso e un cenno col capo,
una pacca sulla spalla, mi giro, sigaretta tra le mani,
salgo la scala, di nuovo luce, aria che sa di fumo.

martedì 17 aprile 2012

Sogno?


E se non fosse vero,
se fosse tutto un sogno immaginato,
se tu non fossi vero, non esistessi se non nella mia immaginazione di carta tirata strappata scritta senza senso logico.

Solo un attimo di ragionamento illogico quasi schizzofrenico per trovare una calma mai desiderata, sperata mai mai sognata, ripeto, mai desiderata.

Se le tue parole non fossero mai state dette pensate tritate,
Se i tuoi pensieri non fossero mai stati pensati creati,
Se fosse solo un aborto di sentimenti che dopo mesi e mesi di follia ed isteria ora é arrivato il momento di chiudere, tappare e dimenticare.

É arrivato il momento tanto esasperato di scannnerizzare i tuoi ed i miei desideri, di lasciarli andare, lascia aperta la gabbia, lasciali volare via per farli perdere per sempre e per sempre mai ritrovarli.

Basta, una gran voglia di prendere un letto e dormirci sopra, stanco di troppo sentire, provare ciò che non si vuole più sentire, gran voglia di silenzio, un telefono muto, un computer spento, una musica monotona.

Basta…solo un pò di silenzio.

E se non fosse vero…
se non fosse mai accaduto…
se l’avessi solo sognato.

sabato 7 aprile 2012

Regno


Regno dei cieli, ostia dei peccati,
un falso profeta denigra la mia mente,
acqua benedetta sulla fronte,
in ginocchio frustami sulla schiena,
mi piego e non piango,
un sorriso diabolico si trasforma in un riso satanico,
fiume di sangue in una caverna senza meta.

Accendi una candela, sussurrami a bassa voce
una preghiera urlata in ginocchio gola squarciata,
un falso messia con una croce tra le mani,
mani insanguinate in una terra dimenticata,
mi piego e non piango,
tu mi guardi, immobile non ridi,
mi uccidi con la lama nella carne,
puro e limpido devo rimanere, non mi toccare.

Regno dei cieli,
peccato mortale tra incensi prestati e mai pagati,
anima venduta per un’eternità meritata,
assolutamente regalata, non conciliata,
cera sulle mani, una croce tra le mani,
mi piego e non piango,
senza un attimo di respiro vomito sangue,
bevo vino, sorrido e in ginocchio prego,
senza ritegno mangio e bevo vino.