C’era
una volta una bambina dai capelli rossi,
occhi
blu come il mare, lentiggini sul naso,
con
un sorriso sincero curiosa cercava nuovi amici,
non
era timida, quasi in modo innocente lo sguardo ti volgeva.
La
bambina dai capelli rossi era spesso sola,
povera
creatura, nessuno la voleva, nessuno l’ascoltava,
nessuno
le voleva star vicino, abbandonata
parlava
da sola, certe volte quasi in modo incomprensibile.
La
bambina dai capelli rossi, magra con questi occhi grandi,
girava
per il cortile come un fantasma, sola,
senza
nessuno intorno e recitava una poesia scritta il giorno prima.
“In silenzio,
non ti girare in silenzio
la tua confusione, la mia illusione,
non andare via.
Non é facile che tu piaccia alla gente
finche’ non vedi,
non vedi il fiume che gira l’angolo,
non andare via in silenzio,
non ti girare.”
Continuava
anche dopo aver preso la rincorsa e spaccandosi
la
fronte contro il muro del cortile col sangue che le colava
dalla
radice dei capelli rossi, cosi continuava.
“sono nuda,
sono sorda,
sono stupida,
sono sporca,
sono ubriaca
sono una stronza.”
Consapevolemente
la bambina dai capelli rossi, occhi blu come il mare, sapeva
chi o cosa fosse veramente.
La
bambina dai capelli rossi, dietro questo suo sguardo innocente e puro, non
era nient’altro che una stronza e per questo veniva chiamata da tutti ‘la stronza’, compresi i suoi poveri
genitori che avevano una stronza per figlia.
Oltrettutto
‘la stronza’ era anche un po’
deficiente, povera creatura,
sorda
e girava mezza nuda alternando momenti di acuta frigidità a momenti di pura
follia, cercando in tutti modi di essere sverginata da compagni e professori.
‘La stronza’ girava sola,
completamente folle, egoista, schizofrenica, malata, abbandonata,
non amata, presa a calci, esasperata, ubriaca con una pistola in una mano ed
una bottiglia di Imperia aperta nell’altra.
Aveva
il vestito ricoperto di sangue e ripeteva:
“Ce l’ho
fatta, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta!”
Il
patrigno era accasciato sul corpo esangue della mamma, due colpi alle tempie mentre
dormivano; quasi per gioco, voleva provare la pistola trovata nel cassetto dopo
che lo zio l’aveva fatta ubriacare di vodka e vino cosí quasi per gioco. Lo zio
giaceva per terra, un colpo secco tra le gambe, evirato, senza forze, stava
morendo.
Morí poche ore dopo.
La
bimba dai capelli rossi, ‘la stronza’
aveva raggiunto la scuola, con la pistola e la bottiglia di Imperia. Un sorso
pieno di vodka e incominciò a sparare, colpendo con precisione un compagno dopo
l’altro, un bambino dopo l’altro, un proiettole in fronte dopo l’altro. Dieci,
venti, trenta, quaranta bambini uccisi, decimati e la bimba non si poteva
fermare, continuava a sparare. Cinquanta, sessanta, settanta bambini e tra gli
spari chi urlava, chi chiamava la polizia, chi chiamava la televisione.
La
notizia fece scalpore:
‘la stronza’ é impazzita,
‘la stronza’ fa furore,
‘la stronza’ é la notizia,
‘la stronza’ é una superstar.
‘La stronza’ era su tutti i giornali,
dava interviste con la pistola in mano. C’era
chi le regalava una nuova pistola per farsi un po’ di pubblicità; chi
le regalava bottiglie di vodka, chi le dava cocaina, chi le dava da fumare. C’era
anche chi voleva farla finita con la vita e tranquillamente in ginocchio
aspettava che la bimba coi capelli rossi passasse per quel quartiere. E ‘la stronza’ li decimava, ridendo a
squarcia gola, un colpo tra gli occhi e via mentre col sangue che ovunuqe
sprizzava, dava autografi ai bambini rimasti orfani. ‘La stronza’ era una star!
La
bambina dai capelli rossi, povera creatura, decise che era tempo di cambiare.
Per questo decise di frequentare un corso per diventare intelligente siccome
era fin troppo deficiente. Decise di tagliarsi i capelli rossi a zero, la bimba
testa rapata, occhi blu come il mare, orfana, con un AK-47 in una mano ed una
bibbia strappata nell’altra, decise di diventare missionaria.
‘La missionaria’, ex-bambina dai capelli
rossi, lentiggi sul naso, occhi blu, ex-stronza dopo aver trascorso alcuni mesi
in Africa e aver sterminato alcuni villaggi era diventata una star di fama
mondiale. Tutti la volevano, tutti impazzivano per lei; incominciò pure a
cantare. C’era la bambola ‘la stronza’ con
una mini-mitragliatrice e una mini-bottiglia di vodka. Nacque una nuova vodka
chiamata appunto ‘la stronza’. I
bambini di tutto il mondo cominciarono a imitarla rasandosi la testa, bevendo
vodka mattina, pomeriggio e sera, sparando a scuola, uccidendo i loro genitori,
nonni, famiglie intere. Psicologi cominciarono a studiare questo nuovo
fenomeno.
Tutti
pazzi, pazzi per lei.
Poi
un giorno, all’improvviso si fermò e sorrise. Nessuno capiva cosa fosse
successo, perche’ si fosse fermata, perché non avesse continuato a sparare, a
bere, a raparsi i capelli. Si fermò in piedi e sorrise. Qualcuno timido le
chiese se stava bene. Era la prima volta che qualcuno le chiedesse qualcosa. Mai
nessuno aveva avuto il coraggio di rivolgerle una parola. La bimba, timida,
povera creatura, ripulendosi il viso dal sangue, rispose che aveva ricevuto un
biglietto di invito a cui mai, mai, mai avrebbe potuto mancare e per questo si
doveva lavare e ritornare la bambina di sempre, la bambina dai capelli rossi:
Papa Benedetto XVI l’aveva invitata ad una udienza personale.
La
bimba sorrise.
Arrivò
il giorno dell‘incontro. Tutto il mondo voleva assistere a questo momento, era
l’evento del secolo, del millennio. Tutte le le televisioni del mondo in tutte
le lingue volevano essere presenti in diretta, dal vivo, nessuno poteva
mancare.
“La bimba dai capelli rossi incontra
Papa Benedetto XVI.”
Che
emozione! Due stars si incontravano al Vaticano. La gente era completamente
impazzita, non si parlava d’altro. Addirittura i bambini decisero di non
uccidere più i loro genitori, di non bere più, di andare a scuola.
La
bimba si fece ricrescere i capelli rossi e cosí tutti al mondo si fecero
tingere i capelli di rosso. Per l’evento la bambina si fece fare un vestito
tutto rosso con diamanti rossi ed una croce di pietre preziose tutta rossa da
fare invidia anche al Papa, tacchi a spillo e un nuovo AK-47 anch’esso tutto
rosso.
Per
l’evento in tutte le piazze del mondo furono costruiti mega schermi giganti
cosí che tutti potessero assistere all’incontro. Furono invitati tutti i
presidenti di tutte le nazioni, tutti proprio tutti volevano assistere a quel
momento. Roma
fu invasa da turisti, milioni e miloni,
la città era completamente intasata, i centralini impazziti, hotels strapieni,
la gente che dormiva pure per strada.
E
finalmente giunse il giorno, il giorno dell’evento.
La
bambina dai capelli rossi, occhi blu come il mare, lentiggini sul naso, arrivò
a piedi, senza neanche un bodyguard, senza una limousine; lei
sola col suo vestito rosso e il suo AK-47.
A
piedi con calma giunse a Piazza S.Pietro. La gente applaudiva, piangeva, urlava
‘la stronza’, beveva vodka, sparava.
Giunta
al centro della piazza si aprirono monumentalmente le porte di S.Pietro e da
meritata star uscí il Papa protetto dai sui bodyguards.
Silenzio.
Tutto il mondo era in silenzio, non parlava nessuno, nemmeno i cronisti alla
radio, alla televisione. Nessuno era in grado di esprimere quello che stava
accadendo; anche se consapevoli dell’evento erano tutti increduli
all’avvenimento che si presentava ai loro occhi.
La
bambina dai capelli rossi e il Papa si avvicinavano.
Il
papa quasi commosso con un cenno allontanò i suoi bodyguards e poi quasi per
sbaglio o quasi per amore si buttò in ginocchio davanti alla povera creatura.
Non si capiva bene se si fosse inginocchiato perché emozionato o forse perché
avendo visto la croce di pietre preziose tutta rossa molto più bella e più
costosa della sua, forse gliela voleva strappare dal collo. Di certo il Papa si
ritrovo’ buttato in ginocchio di fronte alla bambina.
Il
Papa e la bambina su tutti gli schermi nel mondo.
La
bambina gli sorrise, di scatto prese il suo AK-47, lo puntò sulla fronte del
Papa, esattamente tra i suoi occhi stanchi e sorpresi, e con un colpo di
grilletto, diede fuoco.
Un
colpo, solo e deciso, e il Papa si accasciò a terra morto sul colpo.
Papa
Benedetto XVI é morto!
Due,
tre secondi di silenzio, il mondo incredulo all’evento e poi un boato, un
applauso isterico, la gente impazzita. In Piazza San Pietro, in tutte le piazze
del mondo la gente gioiosa, felice, urli di gioia, urli di felicità, bambini orfani,
fratelli, sorelle, uomini e donne in lacrime che saltando si scambiavano il
segno di pace…
…preti,
vescovi, suore che si svestivano e scoprivano il capo gridando:
“Siamo liberi, liberi, liberi,
finalmente liberi!”…
…e
incominciarono a ballare. Piazza San Pietro e San Pietro si trasformò in un
attimo in una mega discoteca, finalmente felici e liberi, liberi di amare e di
baciare chi gli pare.
C’era
anche chi cosí commosso rimase immobile e con un sorriso, diceva: “Oggi é il giorno più bello della
mia vita!”
…e
chi ancora gridò:
“Bambina dai capelli rossi, ci hai
liberato, ci hai salvato, bambina dai capelli rossi sei la nostra Superstar!”
e
tutto il mondo, proprio tutti gridarono in coro:
“Superstar! Superstar! Superstar!”
La
bimba dai capelli rossi sorrise e poi rise, rise di gioia, per la prima volta
nella sua vita rise di cuore, rise davvero, per la prima volta nella sua vita
era amata, davvero amata e apprezzata, la bambina dai capelli rossi era felice!
Buttò
il suo AK-47 per terra e gridò:
“Da oggi dichiaro pace e amore nel
mondo, amatevi senza pregiudizi, senza vergogna, da oggi proclamo l’amore
libero, I love you all!!!”
La
bambina dai capelli rossi!!! era nata una SUPERSTAR!!!